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lunedì 30 giugno 2014

RADIOATTIVITA' NEL SOTTOSUOLO, AL VIA I CONTROLLI A TERRA.

Conclusi i sorvoli, scattano i monitoraggi via terra alla ricerca di radioattività anomala nel sottosuolo. Interessate tutte e tre le province salentine. Ecco i Comuni nel mirino.

foto elicottero

LECCEInizia la fase due, quella delle verifiche sul campo, a terra, con radiometro e magnetometro in spalla, per rilevare da vicino la presenza abnorme di radioattività nel sottosuolo e dare sostanza o meno alle anomalie riscontrate dall’alto.
Si è concluso la scorsa settimana, infatti, il primo step, quello dei sorvoli effettuati con un elicottero dotato di piattaforma ad alta definizione, come lo spettrometrometro gamma- ray. In questi giorni, si mettono a fuoco meglio le lenti alla ricerca di siti che potrebbero essere stati interessati negli anni da tombamenti illeciti di rifiuti.
Il progetto “Miapi”, finanziato dal Pon Sicurezza e ideato dal Ministero dell’Ambiente, prevede il coinvolgimento del comando carabinieri Tutela Ambiente ed è coordinato in Puglia dal Noe di Lecce. Nel Salento, le aree interessate sono piuttosto estese. In provincia di Lecce, i primi controlli si sono concentrati sulle aree finite nell’occhio del ciclone per essere state indicate nelle testimonianze rese dal pentito Scu Silvano Galati: Supersano, Cutrofiano, Casarano. Sono rilievi diversi rispetto a quelli pure compiuti successivamente dalla Guardia di Finanza, perché quello della Procura è lavoro parallelo.
L’elicottero ha passato al setaccio, inoltre, il feudo di Parabita e le sue vecchie cave, proseguendo per tutta la fascia dell’arco ionico, da Gallipoli a Leuca, e poi sull’altra sponda, tra Tricase e Andrano. Ha risalito il costone adriatico, tra Melendugno, Calimera e Martano, per interessare, ancora, il nord Salento: Campi, Guagnano e Trepuzzi.
Nel Brindisino, nel mirino è fnita la città capoluogo, oltre a San Donaci e Cellino San Marco. Nella provincia ionica, invece, sono state interessate Manduria, Grottaglie, Laterza, San Marzano e la stessa Taranto.
È la prima volta che una radiografia così approfondita viene effettuata sul territorio. Gli strumenti geofisici impiegati garantiscono altissima risoluzione e accuratezza nel riscontrare le aree potenzialmente inquinate. L’obiettivo è sì avere una banca dati, ma si sta andando anche oltre. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce stanno studiando le schede dei singoli luoghi su cui sono state riscontrate anomalie, procedendo con un confronto con le mappe degli anni precedenti. Laddove le differenze nel tempo sono evidenti e si combinano con indicazioni su elevati livelli di radioattività, si procede con i monitoraggi sul campo, appena avviati. A valle di questa operazione, potrebbe essere necessario procedere, infine, con gli scavi, per vedere quali sorprese la pancia della terra possa riservare.


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