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venerdì 28 giugno 2013

Ospedale di Gallipoli, l’unico cardiologo è impegnato in un’emergenza. Pazienti in pre-ricovero mandati a casa dopo ore di attesa.

                        

ospedale sacro cuore gallipoli
E’ accaduto ieri mattina al reparto day surgery dell’Ospedale Sacro cuore di Gallipoli. Decine di pazienti, come da appuntamento, si sono recati intorno alle 7,30 al quarto piano del nosocomio per effettuare gli esami  (principalmente prelievi, elettrocardiogramma, pressione arteriosa) e la visita con l’anestesista, in vista di un intervento chirurgico da eseguire in day hospital.
Arrivano i risultati dei prelievi, ma tardano ad arrivare quelli dell’elettrocardiogramma, senza dei quali non è possibile procedere al colloquio con l’anestesista. Quindi non resta che attendere.
Intanto la caposala ed una infermiera, preposte alla cura del pre-ricovero, fanno sapere che il cardiologo di turno, l’unico in tutto l’ospedale, colui che avrebbe dovuto analizzare  l’esame ECG, è stato chiamato ad affrontare un’emergenza e che sarebbe tornato disponibile non appena questa fosse cessata.
Quando si verifica un’emergenza di sicuro c’è solo l’incertezza dei tempi e degli esiti. Così dopo una vana attesa durata per ore, verso le 13,30 la caposala si reca nella sala d’aspetto e invita i pazienti a ritornare il giorno successivo, spiegando la situazione ed esprimendo  rincrescimento per il disagio.
La rabbia e il disappunto, per quella che ieri è apparsa come cattiva organizzazione, è palpabile nelle parole e nei volti dei pazienti. «Com’è possibile che in tutto l’ospedale ci sia un solo cardiologo?», «Che succede se ci sono più emergenze in atto? Si sceglie chi viene soccorso e chi no?», «Gli infarti, purtroppo, capitano regolarmente. E se domani c’è un’altra emergenza dobbiamo tornare di nuovo a casa?».
A destare perplessità inoltre sono state anche difficoltà che avevano le due infermiere a gestire tutta la fase del pre-ricovero: preparazione delle cartelle cliniche, compilazione dei documenti, registrazione dei dati personali, prelievo liquidi, elettrocardiogramma, misurazione pressione sanguigna, comunicazioni con i medici ed il resto del personale. Troppo lavoro per due sole persone, che non fa altro che aumentare il rischio di errori e allungare le attese.
Secondo quanto raccontato da alcuni di loro, non è affatto raro che avvengano questi episodi. Sembrerebbe infatti accada con una certa frequenza che i pazienti siano costretti a stare in reparto dalla mattina presto fino al tardo pomeriggio, oppure che siano costretti a ritornare il giorno successivo per completare il pre-ricovero.
- See more at: http://www.tagpress.it/rubriche/ospedale-di-gallipoli-lunico-cardiologo-e-impegnato-in-unemergenza-pazienti-in-pre-ricovero-mandati-a-casa-dopo-ore-di-attesa/#sthash.cEaQuuzE.dpuf

EUROGENDFOR NESSUNA TV NE PARLA.....E INTANTO NON SIAMO PIU' PADRONI IN CASA NOSTRA. GRAZIE PRODI!

Si ricorda che il trattato di Velsen, quello che ha istituito Eurogendfor che prevedendo la fusione tra i corpi di polizia militari di Francia, Olanda, Spagna, Italia e Portogallo n un unico corpo poliziesco militare per controllarci e reprimerci in caso di proteste di fronte alle decisioni popolari che avevano già deciso che avrebbero preso (vedi modello Cipro) fu ratificato durante il II governo Prodi (cfr. http://www.governo.it/Governo/Governi/prodi2.html dal 17/5/2006-6/5/2008).

Non è un caso che la sua sede è a Vicenza, poiché si trova sotto gli ordini della NATO e/o dell’OCSE, a seconda dei casi. Sono così riusciti, con la faccia di mortadella, a scippare dall’autorità dello Stato, l’unico corpo poliziesco nazionale che si sarebbe potuto affiancare a noi in caso di rivolte popolari e giuste, sempre più frequenti, e per evitare il rischio sicuro che un capo dello Stato popolare lo guidasse in senso difensivo della patria…


fonte: www.stampalibera.com

mercoledì 19 giugno 2013

RIFIUTI & INCENERITORI: MARCEGAGLIA, DE MASI, DE SANTIS, TARANTINI, FRISULLO, VENDOLA & D'ALEMA !




Carmiano (Lecce) - impianti fotovoltaici - foto Gianni Lannes (tuttti i diritti riservati)


L'estremo lembo d'Italia, la Puglia una terra protesa nel Mar Mediterraneo, verso l'Oriente. Ancora un paradiso di macchia mediterranea, roccia, pinete e sabbie dorate, tuttavia sempre più invaso dal cemento "legalizzato" (si fa per dire!), degradato dai rifiuti ed inquinato dai cancrovalorizzatori con licenza di uccidere impunemente (alla voce Marcegaglia).
Una cosa è certa: le rinnovabili a queste latitudini non hanno nulla di ecologico. Prendiamo ad esempio il Salento (sole, mare e cemento): a Lecce (Heliantos 1) e  Casarano (Heliantos 2), una serie di battaglie vittoriose ingaggiate da numerosi comitati popolari, contro i progetti di ben due "centrali a biomassa" della società Italgest, per la produzione di energia, alimentata da oli vegetali provenienti dai Paesi del Terzo mondo, hanno aperto uno squarcio sull'entità degli interessi in gioco.

 

 

 

De Masi Paride Antonio


 
Vendola Nicola
A ben vedere, quanto è piccolo il mondo. Un gioco di scatole cinesi: infatti la Italgest energia Spa, è riconducibile a Paride De Masi, presidente nazionale di Confindustria-Energia; a suo fratello Ivan, già sindaco di Casarano e all'imprenditore Roberto De Santis.


Un nome, una garanzia. Ma per chi? Antonio Paride De Masi il 29 giugno 2004 era presidente del consiglio di amministrazione della società E.T.A. (Energie Tecnologie Ambiente), di proprietà dei Marcegaglia (una società a responsabilità limitata trasformata in Spa, proprio 5 anni fa, mediante rogito del notaio Aldo Graffeo con studio a Gallarate). 

Lo stesso Paride De Masi nel 2009 diventa addirittura presidente del distretto regionale delle energie rinnovabili: una nomina che inquieta e non poco. 

Salento - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Il lancio dell'agenzia giornalistica AGI dell' 11 luglio 2009 non lascia dubbi: "Rinnovabili: De Masi presidente nei distretto Regione Puglia. (AGI) – Bari, 11 lug.- E’ Paride De Masi il presidente del neo costituito Distretto regionale dell’energia rinnovabile che ha gia’ ottenuto il primo riconoscimento da parte della Regione Puglia e che accorpa aziende del settore di tutte le organizzazioni datoriali e rappresentanti del sistema universitario e delle organizzazioni sindacali. De Masi e’ Presidente ed Amministratore Delegato Italgest, azienda leader nella produzione di energie rinnovabili, nonche’ Presidente del Comitato Energia di Confindustria Puglia e Coordinatore nazionale per l’Energia da Fonti Rinnovabili di Confindustria Nazionale. “Esprimo a nome della Confapi Bari la nostra piu’ grande soddisfazione per questa importante iniziativa – dichiara il Presidente dell’Associazione, Erasmo Antro. “Ci attende ora – sottolinea Antro – un importante lavoro per far partire le attivita’ del Distretto e soprattutto per selezionare i progetti piu’ significativi proposti dal Sistema delle Imprese”. “Le fonti rinnovabili – dichiara De Masi – rappresentano uno dei principali fattori di competitivita’ della Puglia. Il Distretto nasce proprio per creare un polo industriale di riferimento qualificato per l’utilizzo di tali fonti e per rispondere alle esigenze di innovazione del mercato dell’energia. Le competenze che opereranno all’interno del Distretto potranno attivare quei processi innovativi utili allo sviluppo sostenibile del territorio pugliese contribuendo a migliorare la qualita’ della vita di tutti, dando un forte impulso alla crescita occupazionale".

E' stato il governtore Nichi Vendola ad orientare la scelta di De Masi Paride Antonio? In caso di eventuale e remota risposta, di grazia: suggerita da chi?                                      Non è tutto. La Italgest Energia, appunto, è riconducibile a Roberto De Santis, individuo vicino a D'Alema Massimo. Fu lui a regalare al "leader Maximo" la barca a vela Icarus, ormeggiata nel porto di Gallipoli. Il suo nome compare anche nelle deposizioni di "Gianpi" Tarantini, l'imprenditore della sanità barese che avrebbe offerto donne e soldi a Sandro Frisullo, finito agli arresti domiciliari con indennità dorata della Regione, ex vicepresidente della prima Giunta Vendola. Fu proprio De Santis, riferisce Tarantini, a presentargli il numero due della Regione Puglia.  
Nell'affare della centrale da 25 megawatt "Heliantos2", che la Italgest energia intendeva costruire a Casarano, Roberto De Santis era entrato acquistando quote come persona fisica, pari al 41 per cento, da una finanziaria con sede in Svizzera, la F.T.C. Trustmark Corporation S.A. 
 
Brindisi - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Dopo la sconfitta di Casarano - un'inezia a confronto degli affaroni energetici venturi - De Santis seguita a coltivare i suoi interessi anche nel settore dell'energia, in particolare gas e gasdotti. Infatti sembra al centro di un affare prelibato del futuro prossimo: è consigliere di amministrazione della Avelar Energy Questa holding ha come maggiore azionista la società russa Renova. Avelar sta stringendo accordi con società italiane in vista della costruzione di alcuni gasdotti - osteggiati dalla superpotenza nordamericana che intende far prevalere il suo progetto di gasdotto - che transiteranno rovinosamente per il basso Adriatico (nel Canale d'Otranto già interessato dal progetto per un impianto eolico off shore sulle rotte dell'avifauna, autorizzato dal comune di Tricase) rifornendo tutta l'Europa.
Questi impianti che faranno dell'Italia l'hub energetico del vecchio continente - pianificazioni non ostacolate da Vendola - distruggeranno mezza Puglia; per giunta devasteranno i fondali marini di "aree protette" sulla carta.
Il business del domani, ormai prossimo, passa per questa terra - una delle 5 regioni italiane a rischio desertificazione - già dilaniata da impianti industriali a base di turbine eoliche e fotovoltaico speculativo, che calpestano la storia delle origini, l'identità geografica, la vocazione agricola.

Perché nel Salento si muore di tumore più che nel resto della Puglia? L'inquinamento atmosferico dell'Ilva, della centrale a carbone di Cerano e di Enipower nel brindisino, viene sospinto dal vento di tramontana verso sud, dove si registrano i picchi delle morti per cancro.  

sabato 15 giugno 2013

PROCESSO TEDESCO, PER I CITTADINI PUGLIESI OLTRE AL DANNO ANCHE LA BEFFA.

          

ALBERTO TEDESCO EX ASSESSORE ALLA SANITA' DELLA 
GIUNTA VENDOLA
 
ACCADE SEMPRE E TUTTO IN PUGLIA, NON VI MERAVIGLIATE!
Oltre al danno anche la beffa per la Regione Puglia. Non bastano i milioni di euro di danno stimato per le casse regionali relativamente ai processi in corso sugli accreditamenti di alcune cliniche private, lo scandalo che ha coinvolto in pieno l'ex assessore alla sanità della Giunta Vendola ed ex senatore del Pd Alberto Tedesco insieme ad altre 46 persone.
Ora anche l'impossibilità di essere parte civile nel processo per una "dimenticanza". Semplicemente, l'avvocato che assiste la Regione si sarebbe dimenticato di firmare l'atto di costituzione di parte civile.
La beffa oltre al danno risiede nel rigetto dell'istanza di costituzione di parte civile da parte dell’Ente perché l’avvocato che assiste la Regione Puglia si è dimenticato di firmare l'atto di costituzione di parte civile. Sulla scorta del primo provvedimento il Gup del Tribunale di Bari si è visto costretto a respingere anche il secondo tentativo della Regione Puglia perché tardivo e depositato a processo già incardinato”.
Tutto cio' e' stato oggetto di una interrogazione a risposta scritta (risposta che ancora non e' pervenuta) da parte del Consigliere Regionale del MeP Antonio Martucci, che ha chiesto spiegazioni sulla "distrazione" dell'avvocato  e esprime la preoccupazione  sulla gravità di quanto accaduto che mette in discussione un eventuale risarcimento a causa di un errore da parte dei legali dell'Ente Regione.                                                                                                                                                        Ma la questione sembra non interessare a nessuno tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione.
Non resta altro da fare che attendere gli esiti del processo in corso, con la consapevolezza che i cittadini in caso di colpevolezza accertata risulteranno derubati e beffati e non rimborsabili .
E che, naturalmente, alla fine nessuno pagherà, come spesso avviene dalle nostre parti, soprattutto quando a sbagliare sono amici di chi presiede la Giunta. Solo una dimenticanza? O c'è dell'altro Presidente Vendola?

venerdì 14 giugno 2013

PUGLIA: ACQUA BENE COMUNE? STIPENDI D'ORO E INCARICHI MISTERIOSI E PARENTOPOLI.

             

 

Competenze Venicecom
 Acqua bene comune? Per i cittadini pugliesi che l’acqua la pagano, sicuramente no, per i dirigenti AQP, che grazie all’acqua percepiscono stipendi d’oro, sicuramente si. Stipendi che non sembrano scandalizzare più di tanto il presidente Vendola, che sostanzialmente li difende come assolutamente legittimi, così come quelli delle altre società regionali dove, evidentemente, si elargiscono a piene mani stipendi pubblici di uguale livello. Per il direttore generale Bianco l’acqua è una “mission” di vita, tanto da coinvolgere anche i parenti. La moglie, avvocato Rosade Masi, assunta come dirigente all’Autorità Idrica Pugliese per vigilare sulla corretta gestione dell’AQP (quindi del marito); il dottor Vincenzo Silvano direttore finanziario dell’AQP, da più parti indicato come parente della moglie di Bianco. Indipendentemente dalla parentela, sicuramente il dottor Silvano è un giovane prodigio che, fresco di laurea, all’età di soli 31 anni, dopo una breve carriera come “consulente” (termine utilizzato nel curricula per rendere altisonante anche la posizione di “precario”) svolta essenzialmente in una sconosciuta azienda di consulenza (L.E.K. Consulting), nel luglio del 2005 (dopo l’elezione di Vendola a presidente della Regione), viene assunto dall’AQP con un appannaggio che oggi apprendiamo essere di oltre 150.000 mila euro, più i soliti benefit.
Ma l’AQP non è solo stipendi d’oro, ma è anche provvigioni multimilionarie. Infatti, è ancora da chiarire il ruolo della Venicecom srl, società di Marghera, a cui l’AQP ha affidato (come e perché non si sa) il compito di mantenimento del cosiddetto “Sistema telematico di gestione degli acquisti”, da cui passano tutti gli appalti dell’Acquedotto Pugliese.
Per questo servizio la Venicecom srl percepisce “solo” qualche milione di euro ogni anno. Per evitare che queste somme compaiano nel bilancio di AQP, soggetto al controllo della Corte dei Conti, la provvigione di Venicecom viene per contratto accollata al fornitore che ovviamente ricarica la spesa nel prezzo offerto, restando questa, quindi, sempre a carico del pubblico”.
In ogni caso il fornitore, senza neanche aver iniziato i lavori, è costretto ad anticipare immediatamente, oltre alle già onerose spese contrattuali, anche la ricca provvigione di Venicecom, che può arrivare ad oltre 70.000 euro per un singolo appalto. Infatti tramite il sistema telematico vengono gestite con procedure negoziate, ossia senza bandi pubblici e con inviti alle sole ditte di fiducia, centinaia di appalti per forniture, lavori e servizi, alcuni di importo ben superiore alla soglia comunitaria. Ma questa è un'altra storia che richiederebbe qualche parola di chiarimento da parte del presidente Vendola, paladino di quella trasparenza che le società controllate dalla Regione, di cui è presidente, sembrano invece trascurare
 
pugliadoggi.it
 

mercoledì 12 giugno 2013

Milano, Pisapia firma la nuova ordinanza: “Divieto di gelato solo dall’una di notte”

Per l’ultima volta (speriamo) torniamo sulla questione del “divieto di gelato” a Milano. Il Sindaco, per fortuna, ha firmato la nuova delibera, e speriamo che questa volta l’abbia davvero letta. Sul Corriere Milano di oggi c’è il riassunto dell’intera vicenda, e anche la conferma della multa da 450€ ad un commerciante dello scorso fine settimana (ne avevano parlato qui, ma a molti non sembrava vero).
Ecco il punto:
da ieri, nelle quattro zone della Milano by night (Navigli, Ticinese, Arco della Pace, corso Como) il gelato — e tutti gli alimenti prodotti artigianalmente come pizza e kebab — potrà essere consumato in strada fino all’una di notte, come prevede la legge regionale 8 del 2009.
Eh sì, ora il divieto scatta non più a mezzanotte ma all’una di notte (per una legge regionale). In molti non lo sanno, ma al di là di Pisapia e del Comune c’è una precisa legge della Regione che regolamenta il consumo (anche) del gelato. L’Italia è fatta così….


Fonte Notizia: www.daw-blog.com/

venerdì 7 giugno 2013

PUGLIA: LA REGIONE AUMENTA DEL 100% IL COSTO DELL'ACQUA PER L'IRRIGAZIONE DEI CAMPI



Le lacrime sono fatte di acqua. Lo sanno bene gli agricoltori levantini che con la deliberazione della Regione Puglia approvata lo scorso 3 maggio si sono visti raddoppiare le tariffe per la distribuzione dell'acqua emunta dai pozzi artesiani di proprietà della Regione e realizzati per uso irriguo. 
Un provvedimento che sarà operativo a partire dalla metà di giugno, periodo-di-piena-per-gli agricoltori, che da quest'anno sembra farsi assai magra. 
ll prezzo che dovranno pagare per un metro cubo d'acqua ad uso irriguo aumenta dagli attuali 34 centesimi a 70 centesimi. 
Se per un ettaro di uliveto, quindi, servono 2mila metri cubi di acqua all'anno per un costo che fino a ieri ammontava a circa 700 euro, tra qualche giorno questa cifra sarà di gran lunga superata dai prossimi 1500 euro.
Lo sa bene Domenico Damascelli, vicecoordinatore vicario provinciale del Popolo della Libertà e imprenditore agricolo che attacca perentorio –  Gli agricoltori non possono sostenere tale aumento e non è giusto che una pessima e inconcludente gestione delle attività regionali ricada sulla testa dei lavoratori della terra. I costi di produzione sono sempre più alti e adesso ci si mettono anche gli enti pubblici a gravare sui già magri bilanci delle aziende agricole”. 
Numerosi i dubbi anche laceranti che sorgono.
“Dunque. Ci facciano capire se questo aumento serve solo a ridurre la differenza tra entrare e uscite dell'Arif, e se le uscite rispondono ad una oculata amministrazione del denaro pubblico.
Vorremo sapere, pertanto, se prima di aumentare il costo sia stata valutata attentamente una politica dei tagli degli sprechi e delle spese inutili, cioè se sia stata attuata una seria spending review del settore oppure si è deciso di rimediare ai costi di una gestione disorganizzata dei pozzi artesiani regionali con i soldi degli agricoltori?”, incalza Damascelli. Che conclude amareggiato: “Si tratta dell’ennesima tegola che si abbatte su questo settore fondante dell’economia locale, dopo l'aumento delle tariffe irrigue perpetrato due anni fa, sempre dalla Regione sui pozzi gestiti dal consorzio di bonifica, ai danni degli agricoltori, ormai stanchi e rassegnati dalla inconcludente politica del Presidente Vendola e della sua coalizione di centrosinistra che disamministra  la Regione Puglia".
Una doccia fredda, sì, non d'acqua però.
 

Fonte notizia: www.pugliadoggi.it

ACQUEDOTTO PUGLIESE, POCA TRASPARENZA E MOLTE ASSUNZIONI. E INTANTO L'ACQUA CONTINUA AD AUMENTARE!

 
 
Realtà Italia, forte di due consiglieri in Regione Puglia, chiede a Vendola maggiore vigilanza sulle società partecipate dalla Regione Puglia ed in particolare sulla  trasparenza delle assunzioni.
L'ultimo scandalo che ha coinvolto l'Acquedotto Pugliese per i benefit del management pone un interrogativo e se lo pongono i due esponenti di RI, Tommy Attanasio e Antonio Buccoliero: "di fronte ad una crisi che morde la vita di tanti Italiani, di fronte a tanta sofferenza" assistiamo alla tenacia di manager e burocrati della Regione Puglia nell'avvalersi di  tutti i privilegi con stipendi che fanno spesso impallidire per i loro importi". Per Attanasio e Buccoliero sembra che la crisi italiana con il suo carico di problemi e tragedie sembra non interessare minimamente i manager. Insieme ad Acquedotto Pugliese, anche la sua partecipata Pura Depurazione srl "merita una attenta riflessione. Essa nasce il 1 ottobre 2008 con l'intento di gestire gli impianti di depurazione della Regione, potendo avvalersi di copiosi finanziamenti Regionali ed Europei. Porta in sé circa 400 dipendenti che lavoravano in precedenza con ditte private le quali assicuravano la depurazione degli impianti. Cessate tali forme di finanziamenti ora Pura depurazione Srl sarà liquidata ed accorpata in AQP S.p.A. E qualche mese fa il management ha assunto circa 30 nuovi dipendenti i quali,  in spregio a procedure di selezione del personale e pubblicità nei concorsi, si troveranno tra qualche mese direttamente assunti in AQP S.p.A" fanno notare Attanasio e Buccoliero.
"È inquietante soffermars" -  proseguono Attanasio e Buccoliero di Realtà Italia - "sulla splendida  auto iniziativa del non compianto Ivo Monteforte il quale, per una fortuita coincidenza con il provvedimento dell'allora Governo Monti sulla riduzione delle indennità ai manager, ebbe a farsi assumere da Pura Srl come dirigente. Questo per pareggiare la decurtazione dei manager prevista dal governo Monti?  E continuando ad essere amministratore delegato di AQP S.p.A ( controllore e controllato)".
Realtà Italia esprime fiducia nel Presidente Vendola che già in altre occasioni "ha dimostrato la propria determinazione nell’allontanare figure sospette intorno a lui. Vendola deve vigilare su tutte le società partecipate dalla Regione Puglia in quanto in esse si potrebbero quotidianamente consumare sprechi e privilegi a danno dell’impegno e dell'immagine del Governo Regionale. Realtà Italia annuncia una proposta di legge Regionale che una volta per tutte metta fine alla inquietante discrezionalità  dei manager degli enti strumentali della regione Puglia nello svolgimento delle loro mansioni con particolare riferimento all'assunzione di personale" concludono.

Fonte notizia: www.pugliadoggi.it

giovedì 6 giugno 2013

PUGLIA: FONDI PER LE IMPRESE CHE FINE HANNO FATTO?


Microcredito alle imprese, dopo il bando-farsa prima pubblicato, poi avviato, quindi sospeso, riaperto e definitivamente bloccato dall'Assessorato allo Sviluppo Economico guidato da Loredana Capone, la Regione aveva promesso di predisporne un altro entro trenta giorni dall'annullamento ufficiale.
La Regione l'anno scorso aveva, peraltro, assegnato un Fondo di 30 milioni di euro per il sostegno all'economia delle PMI presenti sul territorio, ma da allora è stato emanato solo il bando succitato, peraltro ancora bloccato.
Perchè tutto questo ritardo? Le imprese pugliesi si possono permettere questo tempo di attesa? La Regione ha messo in opera tutte le azioni possibili per accelerare sulla questione e sbloccare i soldi destinati agli aiuti?
A chiederselo è un consigliere di maggioranza, di Sel, molto vicino alle posizioni di Nichi Vendola, ma critico con un ritardo oggettivamente inaccettabile.
Per il momento ancora, però, nulla di concreto.
Ad intervenire sull'argomento è stato il consigliere regionale di Sel Alfredo Cervellera, che in una interrogazione alla Capone si chiede i motivi del ritardo della Regione nell'erogazione delle risorse del Fondo per il Microcredito d'impresa.
"Il sottoscritto - ha detto Cervellera - ha aderito e firmato l’appello disperato lanciato da CNA, Confartigianato e da Confesercenti Taranto ai Parlamentari, Consiglieri Regionali e agli Amministratori locali per agire immediatamente con misure concrete a sostegno della crescita e dell’economia reale"del terziario e delle piccole e medie imprese che stanno vivendo una crisi che sta cancellando la parte più vitale del nostro sistema produttivo”.
La Regione Puglia ha fatto tanto per questi settori, non tenendo conto di proposito dei limiti restrittivi nazionali imposti dal Governo e dal Patto di Stabilità, pianificando ed erogando risorse importanti per la loro sopravvivenza.
"Ma non posso tacere - sottolinea Cervellera - che ci sono dei ritardi intollerabili rispetto agli impegni annunciati e non ancora mantenuti".
"Io ritengo che ciò sia dovuto alle lentezze della burocrazia regionale, ma per capirci faccio due specifici esempi su cui vorrei delle risposte esaustive da parte dell’Assessorato competente:
Con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 892 del 9 Maggio 2012 furono stanziati 30 milioni di euro con lo strumento finanziario del Fondo del Microcredito d’impresa. E’ possibile che sia trascorso un anno da quella data e nonostante la tremenda crisi dovuta alla mancanza di liquidità finanziaria, ancora non sia stato emesso il Bando per erogare le citate risorse alle PMI della Puglia? A cosa è dovuto tale ritardo e quanto dovremo ancora aspettare?
Il 10 Gennaio 2013 proprio l’Assessore Capone annuncia il Bando per rivitalizzare il piccolo commercio con lo stanziamento di 6 milioni e mezzo di euro. La presentazione delle domande on line doveva partire il 5 marzo scorso. La procedura slitta prima al 13 Marzo, poi al 29 Aprile: ma anche in questa data (e siamo a 5 mesi dall’annuncio) viene comunicato agli interessati dall’Assessore che a causa dell’intrusione di hackers nel sistema informatico un nuovo bando sarà predisposto entro 30 giorni dalla pubblicazione dell’atto annullato".
"A tal proposito - sottolinea Cervellera - comprendendo l’ansia e la frustrazione dei commercianti e dei loro commercialisti, vorrei conoscere se innanzitutto questa data sarà davvero rispettata, poi se ci sono responsabilità di dirigenti, di tecnici o di ditte specializzate nella predisposizione del hardware, che, visti i risultati non è stato in grado di assicurare la sicurezza e la capacità di recepire una gran mole di dati".
Fonte notizia: http://www.pugliadoggi.it/

mercoledì 5 giugno 2013

SORPRESA!? TRIVELLE IN ADRIATICO: LA REGIONE PUGLIA HA DETTO SI! TEXAS D'ITALIA, MA NON ERA LA CALIFORNIA?

Accade in Puglia signori e signore, quella Puglia che voleva e doveva essere migliore in tutto........anche nelle trivelle in mare e per terra!

Monopoli (gennaio 2010): Vendola, Introna & Losappio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Lesina in provincia di Foggia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Mistificazioni e inganni da 30 denari? Allora Svendola-Puglia, "mò" come la mettiamo? Non basta dire "no" a chiacchiere per raggirare la gente. Le menzogne, si sa, hanno le gambe corte. Come avevo già scoperto nel 2009, l'ente Regione di cui è a capo dal 2005 l'ecologista Nichi Vendola si era espresso favorevolmente alla caccia di idrocarburi sui fondali del basso Adriatico, mentre aveva autorizzato numerose trivellazioni sulla terraferma (dove l'ente regionale ha la competenza specifica).
Nel 2008 il quotidiano La Stampa pubblicò una mia inchiesta che passò stranamente inosservata. La casta italiota fece finta di niente, e così il parolaio di Terlizzi, che a tutt'oggi, per dare la misura dello scempio, soltanto nella provincia di Foggia ha rilasciato una dozzina di autorizzazioni a cercare e trivellare idrocarburi.


il Mare Adriatico in Puglia

Dell'inghippo si avvide, comunque qualche ambientalista a Monopoli. E da lì partì la protesta popolare. Tant'è che il trio Vendola-Introna e Losappio aprì la campagna elettorale nel gennaio 2010 proprio in loco. Per gettare fumo negli occhi la Regione presentò anche un ricorso amministrativo. E poi fino ai giorni nostri è andato in onda a più riprese l'avanspettacolo delle proteste telecomandate, come ad esempio a Termoli e a Manfredonia.

l'assessore regionale Elena Gentile a Termoli
Il sodalizio pro-trivelle è trasversale. Come mai, qualche tempo fa, l'allora assessore provinciale all'ambiente, tale Stefano Pecorella (voce dell'onorevole Leone del Pdl) di Manfredonia, attualmente a capo dell'ente parco nazionale del Gargano, non ha sollevato mai il problema? E per dirla tutta ha lasciato passare una marea di cancrovalorizzatori in Capitanata (in primis l'inceneritore fuorilegge della Marcegaglia, finanziato con denaro pubblico, congiuntamente al limitrofo impianto Cogeam) - nonché impianti industriali eolici e fotovoltaici che hanno devastato territorio e paesaggio della Daunia, senza arrestare questa folle corsa all'autodistruzione ed alla rapina di risorse locali - unitamente al presidente Pepe (Pdl), oltre alle trivelle straniere (Gdf) e non (Edison) che rubano il gas da decenni agli autoctoni, costretti a pagare bollette salatissime in cambio di inquinamento certificato? Chi si accaparra le royalties? Attenzione a chi finge di strapparsi i capelli, perché non la conta giusta. A proposito, dove sono le mezze calzette di Legambiente ed i tromboni suonati del WWF?

Il documento che ri-pubblico risale all'anno 2009, ed è stato rilasciato dalla regione Puglia alla Northern Petroleum.






dettaglio: autorizzazione della regione Puglia alla Northern Petroleum (anno 2009)

Buona riflessione: il disastro ambientale è servito e riverito. La Puglia sembra il Texas di Vendola: allora giù la maschera.

Mi auguro che la Procura Nazionale Antimafia - unitamente alla DDA di Bari - avvii rigorosi ed appronditi accertamenti giudiziari sulle attività delle giunte Vendola, dal 2005 ad oggi.

Fonte notizia: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

martedì 4 giugno 2013

VENDOLA: SOLDI PUBBLICI E DISCARICHE DI RIFIUTI SULL'ACQUA


foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
A Corigliano d'Otranto nel cuore del Salento, la regione Puglia dell'ecologista Nichi Vendola ha imposto una discarica di rifiuti addirittura su una falda acquifera, un'area dove notoriamente l'oro blu scarseggia.
diga del Pappadai - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
L'acqua doveva piovere dalla diga del Pappadai, ma l'invaso mai entrato in funzione, più che da bere ha dato da mangiare alla casta dei parassiti che infestano anche la Puglia, prima di essere imbottito di rifiuti pericolosi (doppio affare). In Italia, a quanto pare, i rifiuti si riciclano soltanto in politica.


Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Scherzi a parte! Chi sono i beneficiati dell'ennesimo impianto complesso di RSU? Un'ATI, ossia un'associazione temporanea di imprese, in cui spicca la Cogeam (Marcegaglia e Albanese), Lombardi Ecologia srl e Recuperi Pugliesi srl. La società Cogeam, vale a dire Marcegaglia e Albanese, sono i padroni dell'inceneritore assassino di Massafra, in fase di ampliamento autorizzato dalla Regione Puglia.

Massafra: inceneritore Marcegaglia-Albanese - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
"E' vietato fotografare il sito" sbraitano i responsabili tecnici in loco. Me ne infischio, ed esercito il naturale diritto di cronaca. Poi colgo l'occasione per ringraziare la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri per la collaborazione logistica e l'ottimo caffè offertomi.
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Una domanda non concordata per Emma e Nichi, in attesa di un'improbabile risposta.
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Scusate un pò, ma il fondo di questa discarica - che interessa il territorio di Poggiardo e Corigliano - almeno è perfettamente impermeabilizzato come impone la legge?
Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Sui cartelli in gigantesca evidenza all'ingresso è scritto: "Realizzazione impianto complesso per RSU... con annessa discarica di servizio approvato con DECRETO del CD n. 36/07 e n. 89/08". Un altro cartello avvisa : "il committente dell'impianto complesso è il Commissario Delegato Emergenza Ambientale nella Regione Puglia - mentre - l'impresa esecutrice è il Consorzio Stabile Gestioni Ambientali e Geo Ambiente Srl".

                                           Ma di chi si tratta? Da una parte c'è il governatore Nichi Vendola e dall'altra Marcegaglia. In Puglia, da nord a sud questa gramigna - la ditta di Steno (il padre di Emma) arrestato qualche tempo per traffico illecito di rifiuti - si è espansa a monopolizzare il lucroso settore che produce inquinamento d'ogni genere, soprattutto diossine, furani e nanoparticelle.

Altra anomalia. Data di ultimazione dell'opera: "23/10/2009". Ebebene come hanno appurato le forse dell'ordine, alla data del 24 novembre 2010, il cantiere era aperto ee l'opera incompleta.
Chi paga? Un progetto cofinanziato dalla Comunità Europea per la modica cifra di euro 16.614.186,42.

La discarica, pardon il cosiddetto impianto complesso, è incastonato in una mare di ulivi.

Presidente Vendola quanto dura un'emergenza? Se di emergenza trattasi perché allora governatore Vendola lei ha autorizzato la Regione Campania, in più occasioni - contro la volontà delle popolazioni locali, in tal caso violando la Convenzione europea di Aarhus - a sversare rifiuti nelle discariche già sature della provincia di Foggia (Cerignola) ed in provincia di Taranto?

Toc toc: la magistratura batta un colpo utile alla legalità, assicurando alla giustizia chi attenta alla vita di milioni di ignare persone e all'integrità ambientale.


Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Corigliano d'Otranto: discarica fuorilegge - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Fonte Notizia: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

Gasdotti: i nostri, consegnati a compagnie private straniere


Putin è cattivo, l'ENI è corrotta, e tutto ciò è una buona scusa per consegnare le rotte della nostra energia a compagnie petrolifere private. E pure straniere, ovviamente.


content_Fig 5 Proposed gas pipelines through Europe's southern corridor.jpg

Innanzitutto hanno pensato di trasformare l'Italia in un supermercato del gas (ve la ricordate, la fissa di Bersani con l'hub del gas?). E poi - ieri - ne hanno graziosamente regalato ad altri le chiavi. Il Consiglio dei Ministri ha ratificato gli accordi imbastiti con Grecia ed Albania per il Tap, Trans Adriatic Pipeline, un gasdotto per portare in Puglia e precisamente nella marina Melendugno l'abbondante metano dell'Azerbaijan.
Il Parlamento deve ancora approvare, il consorzio che sviluppa il giacimento azero deve ancora indicare la sua preferenza fra Tap e Nabucco, la rotta alternativa del gasdotto: dalla Turchia ai Balcani e all'Austria. Ma è il pensiero quello che conta. E quello del Governo italiano è un pensiero sbagliato. Spiace dirlo: il famoso lettone di Putin offriva un più confortevole calduccio.
Il Tap infatti è una rotta parallela - ed ovviamente alternativa - al South Stream accarezzato da Putin e Berlusconi: in Puglia sarebbe arrivato gas russo grazie ad un gasdotto costruito dall'italiana Eni e dal colosso russo Gazprom. Anche quel progetto sottintendeva la trasformazione dell'Italia in un supermercato del gas (il solito hub) da cui smistarlo in tutta Europa. Ma almeno l'Italia, attraverso l'Eni, aveva in tasca le chiavi del magazzino. E soprattutto gli Stati e la politica - non i mercati - avrebbero avuto un ruolo chiave nel flusso del gas: l'Eni, benchè privatizzata, è controllata dallo Stato e anche Gazprom è una public company.
Invece con il Tap la musica è ben diversa. Il giacimento dell'Azerbaijan, che si chiama Shah Deniz, è sfruttato da un consorzio di società private fra cui spicca la Bp. Il progetto Tap fa capo alla società per azioni svizzera Egl e alla norvegese Statoil, che è controllata dal Governo: ma sul suo sito internet Tap mette ben in chiaro che sarà "l'unico impianto meridionale del gas a non dipendere dal denaro pubblico". Come se fosse un merito.
Ovvero, è bello che tutto dipenda dal mercato. Come no: l'abbiamo imparato con l'euro e con lo spread, che sono mossi dalla mano invisibile del mercato attrezzata per mostrare al contribuente esclusivamente il dito medio.
Fonte: http://petrolio.blogosfere.it

lunedì 3 giugno 2013

INDOTTRINAMENTO COMUNISTA TRA I BANCHI DELLA PRIMA ELEMENTARE

Questo accade in Sardegna, piu' precisamente ad Olbia. I bambini della scuola elementare di via Vignola che vengono indottrinati all’ideologia comunista prima ancora di imparare l’ ABC . Sembra di assistere a vicende da Corea del Nord o Cina , perchè non è tollerabile che creature di 6/10 anni vengano “invitate” a svolgere attività politica nei banchi di scuola ,bambini che allestiscono cartelloni contro Berlusconi , frasi che citano testualmente ” basta raccontarci bugie” , non è credibile che fanciulli di questa età compongano compitini contro il Cavaliere , bambini che in televisione guardano i cartoni animati e non certo i telegiornali o Porta a Porta . E’ scandaloso assistere a tutto questo ed è ancora più scandaloso che i dirigenti scolastici lo abbiano permesso. Non si può rubare l’infanzia e manipolarla , non si può e non si deve plasmare la mente di un bambino , non è ammissibile usare delle creature per scopi politici. Come madre , (purtroppo non di uno di questi fanciulli, perchè altrimenti in questo momento sarei in una caserma a denunciare la scuola) mi sento prevaricata del mio ruolo di “unica” insegnante all’ orientamento delle scelte di vita dei miei figli , sento che quei bambini hanno subito violenza e sopruso , perchè ci sono molti modi per abusare di un bambino e questo a mio avviso è un modo.
Mi rivolgo a tutti gli insegnati e i dirigenti delle scuole non solo della mia città ma di tutta Italia: ” Nessuno osi MAI PIU’ manipolare le menti degli alunni , nessuno osi MAI PIU’ portare la politica in classe, nessuno osi MAI PIU’ strumentalizzare i bambini , nessuno osi MAI PIU’ minare la loro innocenza sporcandola con le ideologie , qualsiasi esse siano.
Speriamo che il Ministro dell’ istruzione intervenga tempestivamente per far cessare questo SCHIFO !
I nostri figli hanno il diritto all’istruzione scolastica e in tale istruzione MAI è stato previsto l’indottrinamento ad una ideologia politica.
ADESSO BASTA !
Di Marinella Tomasischifo 1schifo
Fonte notizia : http://dietrolequintee.wordpress.com

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