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mercoledì 16 luglio 2014

TRICASE: PRESUNTA VIOLENZA DA PARTE DEL CUGINO, LA RAGAZZINA RIDIMENSIONA LE ACCUSE.


TRICASE (Lecce) – Sembrerebbe ridimensionarsi il quadro accusatorio nei confronti di un 23enne residente in un comune della zona di Tricase, accusato di violenza sessuale ai danni della cugina di 13 anni di cui avevamo parlato in un post precedente:
 http://tricasenews.blogspot.it/2014/07/abusi-sessuali-sulla-cugina-di-14-anni.html . E’ stata ascoltata nelle scorse ore la minore, vittima di una presunta violenza, anch'essa residente in un comune dell’hinterland di Tricase. L’ascolto, in  forma protetta, si è protratto per circa un’ora e mezzo e si è svolto alla presenza del gip Simona Panzera, del sostituto procuratore
Roberta Licci, dell’avvocato dellindagato, Fabio Ruberto e del consulente del giudice, Romana Cretazzo. Proprio alla luce di quanto emerso nel corso dell’ascolto la Procura potrebbe disporre un nuovo ascolto per accertare l’attendibilità delle dichiarazioni della ragazzina.

Secondo le indagini condotte dal Commissariato di Taurisano, in un pomeriggio di gennaio di quest’anno in casa della ragazzina i due cugini sarebbero rimasti da soli per la concomitante assenza di alcuni parenti e il più grande avrebbe approfittato di quel vuoto creatosi in casa per allungare le mani sulla cuginetta più piccola. Nell’immediatezza di quello “scandalo in famiglia” non venne presentata alcuna denuncia e la ragazzina, studente di scuola media, preferì sorvolare sull’accaduto probabilmente per non turbare ancora di più gli stati d’animo di almeno due famiglie già messi a dura prova.

I carabinieri della locale stazione, però, raccolsero indiscrezioni su quanto accaduto e decisero di vederci chiaro aprendo un’indagine con la massima discrezione che un fatto del genere inevitabilmente comporta. Sono stati già ascoltati in qualità di persone informate dei fatti i parenti dei due cugini presenti in casa al momento della violenza e le loro dichiarazioni sono state ritenute poco attendibili e particolarmente fumose. Neppure l’incidente probatorio, però, avrebbe chiarito come siano andati effettivamente i fatti.


fonte: corrieresalentino

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