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martedì 22 luglio 2014

C'ERA UNA VOLTA L'ITALIA..........



Lo storico francese Fernand Braudel ci ha ricordato tempo addietro (Il Corriere della Sera del 1982) che, dopo la seconda guerra mondiale «l’Italia è stata culturalmente il primo paese d’Europa per molti anni». Il primo Paese: mentre l’Italia riemerge dalle macerie dell’assurda guerra voluta a tutti i costi da Mussolini. L’Italia, sostiene il professor Braudel, è «stato il paese più intelligente», il paese «più nuovo, con ottimi scrittori, con straordinari uomini di lettere, con eccellenti registi e sceneggiatori». Una feconda intuizione che fotografa una situazione dall’estero, quindi non di parte. Braudel non tocca gli aspetti economici. 

E a questo proposito il pensiero torna al grande Enrico Mattei (assassinato il 27 ottobre 1962) e alla sua invenzione dell’Eni che capovolge per un lungo periodo le sorti disastrose dell’Italia, sconfitta in guerra, soprattutto invasa e tuttora colonizzata dagli angloamericani con il pretesto della "liberazione". Mattei pone in rilievo l'Italia a livello mondiale, particolarmente in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Mattei avrebbe dovuto incontrare il presidente Kennedy, che poco tempo dopo fece smantellare i missili nucleari Jupiter, piazzati segretamente in Puglia e puntati contro l'Unione Sovietica.

Il governo di Washington, come attestano i documenti secret e top secret, in parte desecretati, ha realizzato un patto con la mafia per sbarcare in Sicilia. E i padrini dal 1943 sono sempre protetti: ecco perché nel belpaese lo Stato non ha mai condotto una battaglia risolutiva contro le organizzazioni criminali, ormai compenetrate nel tessuto istituzionale e nei gangli vitali della nazione.

L’Eni, come è noto, è stata ceduta ai privati, anche stranieri, dai maggiordomi italidioti della casta che ingrassa a spese del popolo italiano. All’inizio della privatizzazione forzata (ottobre 1995: governo cosiddetto "tecnico" di Lamberto Dini), fra le società petrolifere essa si posiziona alla terza posizione mondiale per rapporto fra utili e fatturato, alla quarta per utili consolidati, alla sesta per la produzione di gas. E’ il segno finale del declino nazionale. Non è casuale che le nuove direttrici politiche, sempre più eterodirette da stranieri senza scrupoli, abbiano fatto cedere ad azionisti italiani e stranieri circa tre quarti della proprietà pubblica dell’Eni. L’Italia oggi è in agonia, grazie anche ai lacché e ai politicanti d'accatto sulla scena: non ha più alcuna sovranità, non ha una classe dirigente (autonoma e indipendente), non esprime più cultura e vitalità creativa come in un tempo ormai trapassato e sepolto. Una volta c'era il futuro nel Belpaese.


fonte: sulatestagiannilannes

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