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lunedì 15 settembre 2014

IO RICICLO, TU MI PAGHI, TRASFORMIAMO IL RIFIUTO IN VALORE.


Obiettivo: incrementare la raccolta differenziata. 
Mentre si accende la disputa sul sito di Compostaggio a Tricase, e  mentre in altri paesi si parla di discariche (Corigliano D'Otranto),  o altro, appare lampante come il modo migliore di gestire questo pesante fardello dei rifiuti sia quello di affrontarlo alla fonte e non a valle. 
Perseguire questo obiettivo significa seguire la principale strada virtuosa nel complesso problema della gestione dei rifiuti. Ovvero, piuttosto che sistemi di smaltimento, occorre individuare soluzioni per la riduzione della produzione di rifiuti. Come riuscire? Per produrre

meno rifiuti da smaltire sicuramente la via maestra è la differenziata. Oltre al deterrente per cui chi produce più rifiuti paga di più, occorre quindi prevedere dei meccanismi di incentivazione ai cittadini secondo il banale principio per cui un vantaggio economico è il miglior incentivo.
Come fare dunque in concreto per uscire dal pantano in cui si dibattono i tanti Comuni (Tricase ad esempio è al 27,06% di differenziata, dati relativi a luglio 2014) che vorrebbero evitare tra l’altro l’impopolare mannaia dell’aggravio di tasse connesso al mancato raggiungimento di obiettivi minimi di differenziata, attenuata per il momento dalla sentenza del Consiglio di Stato. 
Sicuramente non si può prescindere da forme di raccolta dei rifiuti porta a porta “spinte”, ovvero diffuse ed allargate non solo ai rifiuti riciclabili ma anche alla frazione umida. Inoltre, se la tassa sui rifiuti comunale deve coprire le spese del servizio, occorrerebbe che le tasse fossero commisurate alla produzione effettiva di rifiuti indifferenziati prodotti. Meno rifiuti produci, meno rifiuti mi costringi a gestire, meno paghi.
Accanto a queste grandi indicazioni sulle modalità di raccolta dei rifiuti e sulla commisurazione della relativa tassa comunale che deve incentivare il cittadino a produrre meno rifiuti, ci sono anche ulteriori forme intelligenti già operative che i comuni potrebbero adottare ed anche prevedere siano adottate nella grande distribuzione. Gli ecocompattori.
Già diffusi nel nord Europa, alla cui esperienza guardavamo da tempo con invidia, gli ecocompattatori sono ormai una realtà diffusa anche in Italia. Di recente anche nel Salento.
Cosa sono? Si tratta di “totem” non ingombranti dove i cittadini possono inserire bottiglie in vetro, plastica, lattine di alluminio. La macchina le compatta riducendone il volume e rilascia un valore economico: un buono da utilizzare nei supermercati, coupon per la navigazione su internet, etc.
Spesso le macchine hanno anche una struttura trasparente perché tutto il processo sia visibile. Diventa così divertente, quasi un gioco che stimola piccoli e grandi al gesto ecologico.
Nel Salento questi ecocompattatori sono da poco presenti a Sogliano Cavour, Vernole, Uggiano la Chiesa, Cutrofiano. 

Si possono anche prevedere degli accordi di marketing con aziende, supermercati della grande distribuzione, produttori di bevande che aggiungano un bonus proprio a chi conferisce la bottiglia, il pet, la lattina richiedendo prodotti del marchio di quell’azienda.
Si otterrà: un minor volume di rifiuti da avviare alle piattaforme di riciclo con evidenti risparmi nel costo dei trasporti; un aumento cospicuo della percentuale di differenziata; un effetto pedagogico su grandi e piccoli cittadini che uniranno la parte ludica della macchina che “ingoia” la bottiglia/lattina e la compatta, al vantaggio economico del bonus guadagnato.
Migliorare l’ambiente si può, oltre che si deve. Ne abbiamo davanti agli occhi gli esempi.

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