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sabato 11 ottobre 2014

SANITA' SBANDATA. CINQUE MESI PER UN'ELETTROMIOGRAFIA, MA SE PAGA 80 EURO SI FA IN DUE GIORNI. IL PAZIENTE VA SU TUTTE LE FURIE E SFOGA IL SUO DISAPPUNTO IN TELEVISIONE.



La notizia è di questi giorni e si riferisce al servizio andato in onda su Tr News giovedì 9 ottobre, nel quale il direttore ha ospitato lo «sfogo» di un telespettatore che ha bollato come «schifo» il servizio Alpi, a pagamento, della Asl.
Il telespettatore inorridisce di fronte alla possibilità offerta a una fetta di cittadini, i quali preferiscono (ma a volte sono costretti) pagare un ticket all’Alpi, all’ attività libero-professionale intramoenia, dei medici specialisti, piuttosto che attendere il proprio turno nelle liste di attesa del Cup.
Temo che questo signore non conosca il sistema Alpi e protesta contro tutto e tutti. Qualcuno deve pur spiegargli come funziona la sanità, anche perché egli stesso ha chiesto di «fare chiarezza su questo schifo». Non mi pare giusto andare in televisione, sparare a zero contro un sistema che non si conosce, sollevare il polverone e magari ottenere alla fine il proprio ristoro.


Vorrei dire all’«indignato» che non ci vedo niente di «assurdo» nellamission di Alpi. Anzi. L’assurdità c’era prima che il ministero si decidesse a «cancellare» la vergogna (questa sì), dei medici che ricevevano i clienti nel proprio studio, fino all’anno scorso, a suon di centinaia di euro. Il più delle volte senza uno straccio di ricevuta e utilizzando l’infermiera dell’ospedale.
Oggi il sistema non è perfetto ma controlla tutti gli 800 medici Asl e regolamenta le parcelle e la ripartizione degli utili.
Tornando al paziente che ha riferito, furente, che l’esame di “elettromiografia”  era urgente. Ma allora perché il suo medico di base non ha crociato la lettera U sulla ricetta? Il Cup non lo avrebbe relegato a febbraio 2015, ma entro 3 giorni. Probabilmente racconta circostanze non vere e fuorvianti che inducono poi noi giornalisti a schierarci dalla parte di un soggetto che non è poi tanto «debole» o sprovveduto.
C’è di più. Quando l’impiegato del Cup gli ha prospettato che avrebbe potuto effettuare l’esame entro pochissimi giorni in Alpi (con lo stesso medico e con la stessa strumentazione), al costo di 80 euro, egli dice di aver preferito andare a pagare non si capisce dove e soprattutto a quale prezzo. Era fuori di sé perché non riusciva ad accettare che un professionista possa visitare in uno studio messo a disposizione dalla Asl, fuori dell’orario di servizio e a prezzi controllati. Sono opinioni rispettabili, ma che non sono condivise da tutti.
Quando smetteremo di pretendere tutto a tutti, gratis e veloce?  Semplicemente si è cercato di dare le priorità alle richieste. Sono previste le prestazioni U (urgenti entro 3 giorni), (brevi entro 10 giorni) eD (differibili entro 30 giorni). Non ha ragione di indignarsi chi per un esame non prioritario viene prenotato per febbraio 2015 e se la prende con l’Alpi. Le risorse aggiuntive che avevano accorciato le liste di attesa, sono terminate a giugno scorso. Adesso gli operatori (radiologi, medici e tecnici) non lavorano gratis. E non è una novità.
Dimenticavo, il sistema sanitario italiano è il terzo al mondo in termini di efficienza, alle spalle di Singapore e Hong Kong e davanti a Giappone, Corea del Sud e Australia. E’ quanto emerge dalla classifica stilata dall’agenzia americana Bloomberg che ha elaborato i dati forniti da Banca Mondiale, Fmi e Oms. La Francia si posiziona ottava, il Regno Unito decimo, mentre gli Stati Uniti arrancano nelle retrovie, al 44° posto.  CESARE MAZZOTTA.
Questo il servizio trasmesso da TELERAMA:

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