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venerdì 13 giugno 2014

LO STATO FA LE LEGGI CHE IMPONGONO LE TASSE, POI LO STATO ATTRAVERSO LA RAI EVADE LE TASSE CHE HA IMPOSTO, POI LO STATO PATTEGGIA CON SE STESSO, INFINE LO STATO (RAI) PAGA ALLO STATO (AGENZIA ENTRATE) IL 4% DI QUANTO LO STATO AVEVA CONTESTATO ALLO STATO.......MAH!

CINEMA D'EVASIONE TARGATO RAI - LO SANNO I DIPENDENTI DI VIALE MAZZINI CHE “RAI CINEMA” HA PATTEGGIATO CON IL FISCO, PAGANDO 200 MILA EURO, UNA CARTELLA ESATTORIALE DA 5 MILIONI DI EURO?

Una maxi evasione realizzata attraverso fatturazioni illecite di film, documentari e serie tv comprate all'estero da intermediari svizzeri e altre società riconducibili a Frank Agrama - L'attuale Ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco ha deciso di patteggiare e chiudere la partita con "un'adesione": Viale Mazzini ha pagato una multa di poco inferiore ai 200 mila euro…

Emiliano Fittipaldi per "L'Espresso"

Mentre la Rai si divide tra chi vuole scioperare contro il taglio da 150 milioni imposto dal governo e chi tenta di firmare una tregua con Matteo Renzi, "l'Espresso" ha scoperto che Rai Cinema, la società che si occupa di produzioni e dell'acquisto di diritti televisivi, ha patteggiato con il fisco una cartella esattoriale da 5 milioni di euro.

Una maxi evasione realizzata attraverso fatturazioni illecite di film, documentari e serie tv comprate all'estero da intermediari svizzeri e altre società riconducibili a Frank Agrama, il produttore egiziano diventato famoso per aver costruito insieme a Silvio Berlusconi il sistema che ha permesso a Mediaset di evadere tasse per milioni e realizzare provviste di fondi neri.

«Non esiste nessun metodo Agrama», hanno ripetuto più volte i dirigenti della tv di Stato in merito all'inchiesta della procura di Roma, che da tre anni sta indagando su presunte irregolarità nella compravendita di pellicole e format. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza - alla fine di un'istruttoria iniziata nel 2011 - ha invece contestato alla Rai un'evasione a sei zeri, per una serie di acquisizioni effettuate tra il 2003 al 2007.

A differenza di quanto accaduto per Mediatrade, però, gli illeciti fiscali individuati dai finanzieri non hanno rilevanza penale. Il contenzioso è così passato all'Agenzia delle Entrate, che è arrivata alle medesime conclusioni della Fiamme Gialle: un'evasione milionaria.

L'attuale amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco ha deciso di patteggiare e chiudere la partita con "un'adesione", come si dice in gergo fiscale: di fatto Viale Mazzini ha pagato una multa di poco inferiore ai 200 mila euro. «L'Agenzia ci ha contestato 5 milioni di euro», conferma un portavoce della Rai: «Gli abbiamo spiegato che per noi quelle somme erano deducibili. Loro erano di diverso avviso.

Alla fine abbiamo proposto al Fisco di versare un importo molto più ridotto. Hanno accettato». In effetti in Rai possono dirsi soddisfatti: lo sconto concesso dagli uomini comandati fino a una settimana fa da Attilio Befera è davvero notevole.

Se alla procura di Roma resta aperto il fascicolo sulla presunta compravendita di film e serie tv a prezzi gonfiati (indagano i pm Barbara Sargenti e Pierfilippo Laviani), il sistema scoperto in Rai dalla Finanza e dall'Agenzia è diverso da quello individuato in Mediaset. «Qui siamo di fronte a fatture "soggettivamente" inesistenti: in pratica l'operazione commerciale è avvenuta, ma il soggetto che cedeva i diritti non era quello reale: era schermato da una società terza», chiosa una fonte vicino al dossier.

«Un tipo di illecito che ha rilevanza fiscale, ma non penale». Per la cronaca, nel periodo 2003-2007 direttore generale di Rai Cinema era Carlo Macchitella, dimessosi all'inizio del 2007 dopo che il suo nome finì nell'inchiesta Mediaset (il manager non fu mai indagato). Il suo braccio destro di allora, l'ex dirigente del Biscione Guido Pugnetti (anche lui sentito dai pm), è ancora capo degli acquisti.

L'amministratore delegato, invece, era Giancarlo Leone, attuale capo di Rai Uno, che ha sempre negato che la Rai abbia usato intermediari di sorta. «Lo ha detto perché i contratti con Agrama risalivano a prima della nascita di Rai Cinema.

Leone se li è trovati in pancia: non è certo colpa sua», lo giustificano ancora dalla tv di Stato. Sarà. Il manager, però, ai magistrati nel 2011 disse che sia Rai Cinema sia «prima ancora l'Apv (la Direzione acquisto, produzione e vendita diretta da Claudio Cappon chiusa nel 1999, ndr) ha sempre acquistato direttamente dalle major». Non era vero: Frank Agrama era di casa anche a Viale Mazzini.

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